Il Coordinamento per il Cambiamento discute sulle elezioni FIGC - I AM CALCIO AVELLINO


Il Coordinamento per il Cambiamento discute sulle elezioni FIGC

Si voterà il 22 febbraio
Si voterà il 22 febbraio
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Il gran giorno è quasi arrivato. Il 22 febbraio si voterà per eleggere il Presidente FIGC, il quale avrà l’arduo compito di ridare linfa allo sport più amato d’Italia. Eppure c’è qualcuno che vorrebbe il rinvio di queste elezioni poiché nelle Assemblee di più Comitati Regionali pare si siano verificate vicende di rilevanza disciplinare. Il fatto che proprio chi avrebbe dovuto vigilare sul corretto svolgimento delle Assemblee Regionali oggi tenti di eccepirne la validità (peraltro solo di alcune) al fine di sfruttare a proprio vantaggio i tempi della giustizia, lascia allibiti, perplessi, esterrefatti.

Con ben altro spirito ed in tempi non sospetti, chi scrive aveva provato a far rinviare le Assemblee dei Comitati Campania, Puglia, Basilicata, Abruzzo e Umbria, segnalando tempestivamente agli organi preposti alcune violazioni macroscopiche dei regolamenti. In questi casi nessun rinvio e nessun annullamento, altrove invece è sembrata esserci maggiore ed inspiegabile sensibilità. La giustizia sportiva, utilizzando dubbie alchimie procedurali - a cui ci si oppone con i previsti gravami - ha sinora preferito dichiarare “inammissibili” i ricorsi, evitando così di entrare nel merito di quanto denunciato. Ciò avrebbe probabilmente scoperchiato un calderone e messo in crisi l’intero mondo dilettantistico. E’ ovvio che per ciò che riguarda le Assemblee Regionali di nostro interesse vi saranno strascichi in tutte le sedi di giustizia: da quella sportiva a quella amministrativa, con doverosi passaggi anche nelle aule dei Tribunali penali.

Qualcuno, però, dovrebbe prendere atto che la naturale conseguenza di un inopinato quanto improbabile rinvio delle elezioni per il rinnovo delle cariche FIGC del 22 febbraio, comporterebbe inevitabilmente l’annullamento dell’Assemblea della LND già tenuta il 6 febbraio scorso. Se fosse accertata l’esistenza di delegati assembleari LND privi di poteri, il primo risultato ad essere compromesso sarebbe proprio quello emerso dall’assemblea nazionale LND!

Chi scrive ha consapevolezza di quanto sia necessaria una profonda riforma della Giustizia Sportiva, in uomini e contenuti ma anche in concetti ed operatività. Si richiede e si auspica anche l’interessamento e magari l’intervento del Coni e del Ministero (oggi purtroppo assente) per il rispetto di garanzie professate e dichiarate che parrebbero non essere sempre verificate, fotografate da una disperata ricerca dell’eccezione che nega l’esame nel merito delle vicende narrate dai ricorrenti e da indagini troppo spesso senza esiti.

Urge, dunque, ribadire il percorso farraginoso che ad ampio spettro ha caratterizzato queste lunghe settimane di vigilia e preparazione dell’Assemblea elettiva del 22 febbraio prossimo. Non può non evidenziarsi l’ostracismo con la quale, da più parti e a più livelli, il mondo federale sembra non voler concedere un reale confronto democratico all’interno della sua stessa dimensione. Appare così totalmente inutile parlare di programmi, i cui contenuti appaiono storicamente più formali che propedeutici ad una volontà di cambiamento nelle pratiche di governo. Se internamente si configura unicamente la tenuta o il riassetto di posizioni acquisite o da acquisire, all’esterno la percezione del sistema è definibile come uno specchio di tendenze voraci, ingorde e insaziabili di potere. Se non si pone un argine non si potrà più arrestare la continua migrazione di matricole verso altri enti ed associazioni diversi dalla FIGC.

I tesserati sono esausti, stanchi di una perenne situazione di incertezza. Evidentemente i vertici del calcio dilettantistico e di base non offrono risposte convincenti tanto nel senso della ripresa, tanto in quello del blocco delle attività. E’ il momento della chiarezza! Il Presidente della LND On. Sibilia ha promesso che farà tutto il possibile per riportare i ragazzi al più presto sul terreno di gioco perché “…In un momento così complicato chi ha giocato sa cosa significhi stare così a lungo lontano dal campo e dagli amici…”. Forse dimentica che proprio qualcuno dei suoi più fidi sostenitori (almeno sinora), non ha mai messo un paio di scarpe da calcio coi tacchetti ai suoi piedi.

Non è più tempo del “non vedo, non sento e non parlo”. Si è stanchi di assistere a teatrali scontri in nome della legalità, salvo poi venire a sapere di accordi scritti sottobanco che almeno per ora sono destinati a rimanere solo nella letteratura sportiva. Chiunque porterà i gradi di Presidente FIGC dalla sera di Lunedì prossimo – se ciò accadrà – farebbe bene a dismettere gli abiti inamidati e la cravatta annodata per lasciar spazio a maniche di camicia scorciate e occhiaie da lavoro, sacrificio e spirito d’ascolto. Indossi metaforicamente le scarpe, possibilmente quelle a sei tacchetti chiodate, che si mettono quando il campo è melmoso e pesante: la battaglia è dura e ci sarà da sudare. La FIGC va svecchiata, rinvigorita e rinnovata. Occorrono nuove regole, ma si potrebbe anche partire semplicemente applicando con dignità quelle che già esistono e che chiedono rispetto ma probabilmente oggi disattese da chi ne trae giovamento e convenienza. Che il Covid non sia una scusa - non se ne sente il bisogno - ma una reale opportunità. Il Coordinamento per il cambiamento continuerà a lavorare e a vigilare per l’ottenimento di quanto si ritiene legittimamente dovuto al calcio nazionale fin dalla sua base.

Coordinamento per il cambiamento

 Avv. Angelo Mario Esposito (Basilicata) – Avv. Vincenzo Cirillo (Campania) – Dott. Luca Fiorucci (Umbria) – Avv. Giulio Destratis (Puglia) – Geom. Roberto Iannuzzi (Abruzzo)

La Redazione